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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Locandina
 
 
 
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Trama

Ricco bianco paraplegico finisce per farsi assistere da un giovane delinquentucolo di colore.

 
 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3/5
  • valutazione
  • Sulla falsa riga della Strana Coppia l'incontro irrazionale e vibrante tra due anime divergenti ed incomparabili che si trasformerà in un rapporto di simbiosi assoluta.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • senza voto
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 0 lettori
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  • genere Commedia
  • tipo Comico
  • Marina Zabatino
 
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Recensione 4
Grande, grosso e... Verdone
  • di Carlo Verdone
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  • genere Commedia
  • tipo Comico
  • Elena De Dominicis
 
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Recensione 5
Magnifica presenza
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  • genere Commedia
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Info

Quasi amici

di Olivier Nakache, Éric Toledano

 
    Dati
  • Titolo originale: Intouchables
  • Soggetto: Tratto dal romanzo Il diavolo custode, di Philippe Pozzo di Borgo
  • Sceneggiatura: Olivier Nakache, Éric Toledano
  • Genere: Commedia - Comico
  • Durata: 111 min.
     
  • Nazionalità: Francia
  • Anno: 2012
  • Produzione: Quad Productions
  • Distribuzione: Medusa
  • Data di uscita: 24 02 2012
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Quel gusto transalpino per la strana coppia

di Keivan Karimi

Campione assoluto di incassi in Francia, superiore persino al fenomeno comico di un paio di stagioni cinematografiche fa Giù al Nord, questa operazione sorridente ed esplicita del duo Olivier Nakache e Eric Toledano sta facendo il giro del mondo in pochissime settimane.
Per parlare di Quasi amici (titolo originale Les Intouchables clamorosamente storpiato) serve comprendere originariamente qual è il gusto contemporaneo della comicità d'oltre alpe. E' noto che la cinematografia francese degli ultimi tre quattro anni abbia fatto dei passi da gigante dal punto di vista della rinomanza internazionale, essendosi allontanata dai tipici blockbuster pseudo-orrorifici dello scorso decennio di qualità discutibile. Scatta dunque l'ora di una commedia che prende spunto da una scia istintiva e discretamente abile di stampo decisamente americano; si tratta della proposizione scenica e del ritorno in grande stile del metodo “la strana coppia”, un'operazione certamente differente però dagli standard eleganti e retrò che attori del calibro di Jack Lemmon e Walter Matthau portarono in auge negli anni '60 oltreoceano, ma con il rientro di quel gusto umoristico fondato sulla contrapposizione vibrante e poco raffinata di due caratteri completamente divergenti. Tornando all'opera in questione, si tratta di una rappresentazione precipua ispirata ad una storia reale, precisamente alla vita del ricco imprenditore Philippe Pozzo di Borgo, il quale dopo un grave incidente sportivo è rimasto paralizzato dal collo ai piedi, perdendo per lo stesso tragico avvenimento anche la propria consorte. L'idea dei due autori è quella di raffigurare un dramma così forte ed inquieto in una storia di rara comicità estroversa, dove il personaggio del nobile e serioso Philippe, alla ricerca di un badante per la sua condizione fisica menomata, si scontra con il suo completo opposto, il giovane africano Driss, uomo dal carattere espansivo e poco educato, proveniente dalla strada e da un passato di incertezze e povertà. E' questo il fulcro del film, l'incontro tra due anime assolutamente divise, che riescono ad unirsi mettendosi alle spalle le convinzioni umane e razionali con le quali avevano vissuto sino a quel momento.

Straordinaria l'esperienza recitativa di François Cluzet, sosia francese di Dustin Hoffmann, costretto al ruolo di tetraplegico cauto ma fondamentalmente distrutto e senza più convinzioni; nel momento in cui l'amico e connazionale Jean Dujardin vince l'Oscar alla miglior interpretazione per The Artist, Cluzet regala al pubblico una dimostrazione dell'eleganza formale mista allo humor più naturale che contraddistingue la sua vitalità artistica.
Dall'altra parte c'è Omar Sy, attore comico dalla fisicità prorompente, un Don Giovanni da strapazzo, proprietario di un'umanità priva di pietà e raziocinio. La forza della storia narrata è nell'approccio tra i personaggi: Driss diventa linfa vitale per Philippe proprio a causa dell'assenza di carità ed imbarazzo nell'interazione con l'amico portatore di handicap. Fioccano le battute, le gags, le risate, quello che doveva essere un compito da badante unilaterale diventa uno scambio di semplice solidarietà tra i due caratteri, sempre distinti ma quasi indispensabili l'uno all'altro.
La regia non è affatto complessa, né estrosa, è limpida, regolare, giusta per una commedia contemporanea dai toni realistici, è nel complesso dunque un'opera gradevole e semplice, ma avvincente per l'umorismo irrazionale e poco sottile che ne scaturisce. Fa sorridere pensare a posteriori a questo rapporto inconsueto tra un tetraplegico ricco e altolocato ed un ragazzo della banlieu parigina senza futuro né speranze, è la chiave giusta per far fiorire un progetto cinematograficamente esportabile oltre i confini nazionali.
Sarà così anche per la prossima uscita di Mon pire cauchemar, già visto all'ultimo Festival del Cinema di Roma, dove Isabelle Huppert, raffinata e rigida donna d'affari si scontrerà fatalmente con l'estro e la follia intransigente del comico belga Benoit Poelvoorde. Una miscela di caratteri ed anime giusta, sfrontata, dalla simpatia scellerata e vasta, i francesi così hanno rielaborato la strana coppia riuscendo a sbancare nel mondo della commedia.

 
 
 
 
 
 
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