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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Locandina
 
 
 
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Trama

Storia di due donne in un monastero rumeno.

 
 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3.5/5
  • valutazione
  • Una storia introspettiva e di grande efficacia sull'amore e sull'irrazionalità, in un vivido scontro tra fede spirituale e concretezza.
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Il voto dei lettori

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Info

Oltre le colline

di Cristian Mungiu

 
    Dati
  • Titolo originale: Dupa dealuri
  • Soggetto: Tratto dal romanzo omonimo di Tatiana Niculescu Bran
  • Sceneggiatura: Cristian Mungiu
  • Genere: Drammatico - Religioso
  • Durata: 155 min.
     
  • Nazionalità: Romania, Francia
  • Anno: 2012
  • Produzione: Wild Bunch, Why Not Productions, Les Films du Fleuve, Mobra Films, Mandragora Movies
  • Distribuzione: Bim Film
  • Data di uscita: 31 10 2012
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Una terra d'amore e di irrazionalità

di Keivan Karimi

Cristian Mungiu, apprezzato autore contemporaneo di origine romena, torna sul grande schermo portando un film liberamente tratto dal romanzo breve di Tatiana Niculescu Bran. La sua è un'operazione intima e silenziosa, capace al contempo di percorrere una linea di violenza intellettuale e meta psicologica da far rabbrividire. Alina e Voichita sono due amiche poco più che ventenni, cresciute nello stesso orfanotrofio, ma divise una volta raggiunta la maggiore età; la prima si è trasferita in Germania lasciandosi alle spalle la povertà di un tempo, l'altra ha preferito legarsi a Dio ed alla dottrina cristiano-ortodossa rifugiandosi in un aulico monastero, come dice il titolo "oltre le colline", gestito da un sacerdote ligio al dovere ed alla fede. Il ritorno in Romania di Alina per cercare di convincere l'amica a raggiungerla all'estero porterà ad una serie di eventi drammatici ed incontrollabili, tramite i quali si farà luce sul vero sentimento che lega le due ragazze e sulle incompatibilità d'animo dei vari personaggi che animano l'intreccio.

Oltre le colline è un film introspettivo ma grandemente efficace, basato sull'amore e sull'irrazionalità; sono infatti queste le chiavi di lettura di un intreccio che si sviluppa in un territorio povero e gelido, nell'atmosfera e nella morfologia complessiva del quadro. Caratteri che si scontrano, così come i sentimenti: l'amore di Alina per Voichita è ostacolato dalla fede in Dio portata a limiti esasperanti e che diventa una sorta di scudo invisibile per penetrare nella realtà delle cose. Più che una critica alla religione ed alla eccessiva grettezza di certe zone sotto i Carpazi, il regista Mungiu, autore anche della complessa sceneggiatura, indaga con strumenti quasi orrorifici nella testa di coloro che preferiscono, ai giorni nostri, spendere energie per un amore intellegibile e misterioso piuttosto che badare alla concretezza ed alla giusta moralità. Il raziocinio viene fuori solo nel concitato finale, quando lo spettatore sino a quel momento assorto nella maniacale ricerca della verità tramite lo spirito si troverà di fronte alla tragedia reale, ai fatti compiuti, ai drammi che regolano la totale esistenza degli uomini.

Un film dunque spirituale che però è capace anche di contrastare il bigottismo che regna sovrano, in un crescendo ideologico che arriva al suo massimo come già accennato nella parte finale. L'opera certamente non gode di un ritmo d'azione eccellente, né di dialoghi accattivanti, bensì è regolato dalla povertà infinitesimale del quadro che fa il paio con quegli enigmi esistenziali e dottrinali che spingono la storia verso un'universale sensazione di vuoto e dubbio.

Applaudito all'ultimo Festival di Cannes, Oltre le colline si è aggiudicato il premio per la Miglior Sceneggiatura e quello relativo alle Migliori attrici protagoniste, vinto alla pari dalle giovani romene Cosmina Stratan e Cristina Flutur. La forza della storia e della regia diMungiu si intravede per il fatto di saper giustificare le forse esagerate due ore e mezza di visione con un epilogo assolutamente razionale e scioccante, per la rivelazione scenica efficace di una vita non più relegata alla ricerca dell'amore universale, ma finalmente destinata alla realtà concreta di un mondo semplicemente normale.

 
 
 
 
 
 
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